Gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo

Test di valutazione muscolare

I test di valutazione muscolare sono composti dai test di forza massima muscolare isometrica, dai test di flessibilità muscolare e dai test di mobilità articolare. Questa valutazione ci permette di capire lo stato di forma dell’atleta testato e di impostare un programma di allenamento mirato al miglioramento generale e della performance, riducendo drasticamente la possibilità di infortunio. In un contesto di recupero muscolare post-infortunio o post-operatorio invece, questi dati ci permettono di stilare un corretto programma di ri-atletizzazione e di monitorare i miglioramenti nel tempo, riducendo i tempi di rientro in campo. 

I test di forza massima muscolare isometrica servono a valutare la forza e gli eventuali “sbilanciamenti” (deficit) muscolari dell’atleta. Avere muscoli “sbilanciati” nel rapporto di forza massima muscolare isometrica tra gli stessi muscoli dei due arti può portare a un peggioramento della performance e all’aumento del rischio infortuni. Una piccola tolleranza a rigurardo c’è (negli sportivi agonisti il deficit deve essere inferiore al 10%), nel senso che nella quasi totalità dei casi tutti hanno un piccolo sbilanciamento dovuto a una parte predominante, l’importante è che questa differenza non sia troppo significativa. Circa un terzo di tutti gli infortuni sportivi sono muscolari ed è in gara che si verifica la maggior incidenza, con un rischio da 2 a 5 volte superiore rispetto agli allenamenti. Ovviamente, dopo aver subito un infortunio o un intervento chirurgico avere un deficit è più che normale, ma eseguire questi test ci permette di programmare un lavoro mirato e personalizzato per riportare la muscolatura degli arti inferiori nella miglior condizione possibile.

I muscoli testati saranno quattro: ischiocrurali, quadricipiti femorali, adduttori e abduttori.

Gli ischiocrurali (comunemente chiamati hamstring) sono i muscoli posteriori della coscia e sono tre: bicipite femorale, semimembranoso e semitendinoso. Sono i muscoli più colpiti da lesioni e le recidive a seguito di stiramenti sono le più frequenti. Rispetto ad altri muscoli utilizzati durante la corsa sono quelli che per primi vanno incontro ad affaticamento. In particolar modo, la fase di corsa lanciata alla massima velocità può essere considerata il momento più probabile nel quale possono verificarsi infortuni. Inoltre, averi ischiocrurali deboli, nella peggiore delle ipotesi, può portare alla rottura del legamento crociato anteriore.

Il muscolo quadricipite femorale si trova nella parte anteriore della coscia e ricopre, nel suo decorso dall’alto verso il basso, le articolazioni dell’anca e del ginocchio. La parte denominata retto femorale realizza la flessione dell’anca e l’estensione del ginocchio; i tre vasti (mediale, laterale e intermedio) sono mono-articolari e agiscono solo sull’articolazione del ginocchio, estendendolo. Il potenziamento del quadricipite è ricercato in moltissime discipline sportive, sia per migliorare la prestazione sia per la protezione che i vasti danno all’articolazione del ginocchio.

Di fondamentale importanza è il dato ricavato dal rapporto del momento di forza massima isometrica del muscolo agonista e il momento di forza massima isometrica del muscolo antagonista. Un rapporto corretto è indice di stabilità. Ogni articolazione ha un rapporto ottimale tra la muscolatura agonista e antagonista, che deve essere rispettato. Per esempio, affinché il ginocchio sia considerato stabile, il rapporto tra la muscolatura flessori e quella estensoria (ischiocrurali (H) / quadricipiti (Q) deve essere il più vicino possibile allo 0,60. Un numero più basso ci indica che gli estensori sono troppo forti rispetto ai flessori, un numero più alto ci indica, al contrario, che i flessori sono troppo forti rispetto agli estensori. Oltre alla stabilità del ginocchio, un rapporto corretto tra ischiocrurali e quadricipite diminuisce il rischio di infortuni muscolari.

Gli adduttori sono i muscoli del corpo umano la cui funzione principale è quella di permettere l’adduzione dell’anca. È il secondo muscolo più soggetto a infortunio (dopo gli ischiocrurali) e sono i muscoli responsabili di un’infiammazione molto comune: la pubalgia.

I muscoli abduttori consentono lo spostamento dell’arto nella posizione laterale e durante il cammino e la corsa producono una forza uguale ma contrapposta a quella dell’anca, che in assenza di questi muscoli tenderebbe ad uscire dalla propria sede.

Per flessibilità muscolare invece si intende la capacità di un muscolo di estendersi o di allungarsi al suo limite senza traumi e di ritornare al suo stato di rilassamento naturale. Avere una buona flessibilità muscolare porta notevoli vantaggi sia nella prevenzione degli infortuni che nell’esecuzione gestuale in quanto sia la forza che la rapidità traggono vantaggio da una maggiore flessibilità perché si possono eseguire movimenti più rapidi e più potenti. Una muscolatura accorciata e con minor capacità di allungamento sviluppa minor forza.

Per mobilità articolare si intende la capacità di un’articolazione di muoversi fino al suo massimo raggio di movimento ROM. Rappresenta una qualità importante per un soggetto attivo perché migliora la performance sportiva, sviluppa più forza e previene gli infortuni muscolo-tendinei-articolari.

I test di valutazione muscolare hanno la durata di circa un’ora. I risultati saranno disponibili subito e verrà rilasciato un report dettagliato con tutte le misurazioni effettuate.

Guarda un esempio di report dei test di valutazione muscolare

 

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